Come reagire ai cambiamenti IA di Google: strategie per il 2026-2027, futuro e ruolo degli editori

Le strategie pratiche per gli editori nell’era dell’IA, gli scenari 2026–2027 e perché Webmaster360 ed eADV sono partner decisivi per crescere nonostante i cambiamenti di Google.

04 dicembre 2025 09:00
Come reagire ai cambiamenti IA di Google: strategie per il 2026-2027, futuro e ruolo degli editori -
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Nella prima parte di questo approfondimento abbiamo visto come AI Overview e AI Mode stiano cambiando il funzionamento della ricerca Google e quale sia l’impatto misurato sul CTR e sul traffico degli editori.
👉 Se te la sei persa, puoi leggere qui la prima parte.

In questo secondo articolo passiamo dalla teoria alla pratica: vedremo le strategie concrete per mettere al sicuro il traffico, valorizzare i contenuti non riassumibili, costruire una relazione diretta con il pubblico e prepararci al futuro dell’editoria digitale.
Analizzeremo anche perché Webmaster360 ed eADV possono essere partner fondamentali per affrontare con serenità questa nuova fase.

Le 9 strategie pratiche che oggi funzionano davvero per gli editori nell’era di AI Overview e AI Mode

Se fino ad adesso abbiamo spiegato che cosa sta succedendo, adesso ci dedicheremo a che cosa può fare un editore per reagire, adattarsi e — in molti casi — rafforzarsi.
L’obiettivo non è “lottare contro Google”, ma capire come cambiano le regole e giocare la partita con più consapevolezza.

La buona notizia è che l’IA non sostituisce tutto: sostituisce solo ciò che è generico, impersonale, ripetibile.
Tutto ciò che è locale, umano, originale, tempestivo, visivo, contestuale rimane in mano agli editori — e spesso diventa ancora più prezioso per gli utenti.

Ecco le 9 pratiche che oggi, nel 2025, stanno realmente funzionando.

1) Creare contenuti che Google NON può riassumere facilmente

AI Overview è molto bravo nel sintetizzare concetti generali, ma molto debole nelle aree dove serve contesto reale o presenza fisica.

Funzionano meglio i contenuti:

  • con dichiarazioni, testimonianze, citazioni dirette

  • che richiedono presenza sul territorio

  • che includono dettagli locali

  • che parlano di ciò che sta accadendo ora, non teoria

Se un articolo contiene elementi impossibili da automatizzare, Google evita di creare un sommario IA.

2) Valorizzare la località: notizie, eventi, territorio

L’IA può spiegare come si fa una ricetta o cos’è un codice fiscale, ma non potrà mai sapere cosa è accaduto ieri sera in un comune da 8.000 abitanti.

I contenuti locali sono:

  • non riassumibili

  • non clonabili

  • richiesti dagli utenti

  • difficili da sostituire con IA

Questa è una delle più grandi opportunità per i siti italiani.

3) Usare media originali: foto, video, reportage

Google sa riassumere un testo, ma non sa replicare la tua foto originale, né può mostrarla al posto tuo.

I contenuti visivi proprietari:

  • bloccano gli AI Overviews

  • aumentano l’autorevolezza

  • aumentano la permanenza sulla pagina

  • rendono il contenuto unico e irriducibile

Un editore che usa foto proprie vince su uno che usa solo testo.

4) Andare “oltre la risposta base”: l’editoria del contesto

Quando Google dà la risposta semplice (cos'è, come si fa, definizioni), l’utente resta con nuove domande.

Esempio reale:

  • L’AI Overview spiega cos'è la cedolare secca

  • L’editore può spiegare:

    • quando conviene e quando no

    • differenze tra regioni

    • casi reali

    • errori da evitare

    • cosa cambia nel comune X

Questo tipo di contenuto non è sostituibile da un riassunto.

5) Abbracciare la “post-answer SEO

È una strategia nuova ma efficace: non competere sulle domande di base, ma su ciò che viene dopo.
Se Google dà la risposta semplice, tu offri l’approfondimento reale.

Funziona perché:

  • l’utente esperto non si accontenta del riassunto

  • Google stesso suggerisce ricerche correlate

  • l’utente cerca esempi, casi concreti, opinioni, prezzi, differenze locali

6) Rafforzare il profilo E-E-A-T: esperienza, competenza, autorevolezza, affidabilità

Google tende a mostrare meno AI Overviews quando riconosce che un contenuto è stato creato da persone reali, con esperienza reale, e che non è semplicemente un testo generico riscrivibile dall’IA.

In pratica, l’AI Overview compare molto meno quando:

  • c’è un autore chiaro e riconoscibile, non “redazione” generica

  • l’articolo è firmato e l’autore ha una mini-bio o una pagina dedicata

  • sono presenti foto originali scattate dall’editore e non prese da stock

  • il testo cita fonti reali e verificabili (documenti, dichiarazioni, atti, dati)

  • l’articolo mostra una data di aggiornamento, segno che è mantenuto vivo

  • il contenuto richiede competenza, perché parla di fatti, esperienze o analisi che solo un umano può offrire

In altre parole:
più il tuo sito sembra umano, competente e responsabile, meno Google si sentirà “autorizzato” a sostituire il tuo contenuto con un riassunto IA.

Un sito con un forte profilo E-E-A-T resta più spesso nei risultati tradizionali e mantiene una quota maggiore di click organici.

7) Sfruttare micro-nicchie e iper-località

Le grandi ricerche informative sono affollate e facilmente riassumibili.
Le piccole ricerche locali, molto meno.

Esempi che funzionano:

  • viabilità di un comune

  • nuove aperture commerciali

  • eventi sportivi minori

  • decisioni del consiglio comunale

  • incidenti stradali

  • meteo locale approfondito

Ciò che è “piccolo” per Google, è “molto rilevante” per gli utenti del territorio.

8) Diversificare le fonti di traffico: non solo Google

Il traffico da Google rimane centrale, ma non può essere l’unico canale.

I canali più efficaci oggi:

  • Facebook: notizie locali, eventi, comunità

  • Instagram: foto, eventi, luoghi

  • TikTok: video brevi del territorio

  • WhatsApp Channels: la più potente novità per i publisher locali

  • Telegram: come i WhatsApp Channels

  • Newsletter: fidelizzazione reale

  • Push notifications: ritorno diretto sul sito

Webmaster360 può supportare molti di questi flussi con automazioni e integrazioni.

9) Fidelizzare chi arriva: trasformare il lettore occasionale in lettore abituale

Ogni visitatore che torna da:

  • un canale diretto

  • una newsletter

  • un canale WhatsApp

  • i preferiti del browser
    non dipende più dalle SERP.

E ogni editore che costruisce comunità diventa meno vulnerabile ai cambiamenti di Google.

Il messaggio da portare a casa è semplice:
Google sta cambiando la ricerca, ma non sta togliendo spazio agli editori che producono contenuti unici e utili.

  • Se il contenuto è generico, può essere riassunto.

  • Se il contenuto è tuo, locale, ricco, originale, contestuale, non potrà mai esserlo.

L’IA riduce il traffico informativo “tradizionale”, ma aumenta il valore del giornalismo locale, della presenza sul territorio e della qualità editoriale reale.

Il futuro non è meno editori:
è più editoria umana e più strategica.

2026–2027: una transizione importante, ma ricca di nuove opportunità per gli editori

Guardando ai prossimi due anni, è naturale chiedersi quale sarà il ruolo degli editori in un mondo dove la ricerca integrerà sempre di più l’intelligenza artificiale.
La verità, osservando i trend globali, è che non siamo davanti a una fine del traffico, ma a una trasformazione del modo in cui gli utenti arrivano alle informazioni.

La ricerca sta cambiando, sì.
Ma l’interesse degli utenti verso contenuti affidabili, locali, verificati e ben costruiti non è mai stato così alto.

La ricerca diventa ibrida: IA + risultati tradizionali

Google si sta evolvendo verso un modello in cui:

  • l’IA fornisce le risposte rapide

  • i siti degli editori forniscono i contenuti di qualità, gli approfondimenti, il contesto

  • le SERP diventano un ambiente misto

  • il ruolo dell’autorevolezza cresce

Non vedremo un mondo “solo AI”, ma un sistema che combina sintesi e approfondimento.

Per un editore significa una cosa chiara:
chi produce contenuti veri, utili e distintivi continuerà ad avere spazio.

Il valore della prossimità aumenterà

Una delle tendenze più evidenti nel 2025 — e che crescerà nel 2026–2027 — è il ritorno dell’interesse verso ciò che accade vicino alle persone.

L’IA può scrivere pagine informative, ma non può raccontare le strade, gli eventi, le storie, i volti della propria comunità.

Ci sono segnali molto positivi:

  • crescita del tempo di permanenza sulle news locali

  • aumento del traffico diretto sui siti di quartiere o di provincia

  • grandi piattaforme social che spingono contenuti territoriali

  • crescere di community molto attive nei commenti e nelle condivisioni

Un editore che lavora sul territorio non è in un settore debole:
è in un settore protetto dal cambiamento tecnologico.

Zero-click search in crescita, ma aumenta il valore dell’utente fedele

È vero: una parte delle ricerche verrà risolta direttamente da Google.
Ma questo porta anche a un effetto che spesso passa inosservato:

gli editori che sanno costruire fidelizzazione diventano più forti.

Nei prossimi anni vedremo:

  • più utenti che tornano direttamente sui siti preferiti

  • più newsletter seguite

  • più canali WhatsApp o Telegram locali

  • più traffico diretto da utenti affezionati

  • più interazione social nei gruppi e nelle community locali

L’editore che costruisce una relazione diretta con il lettore non dipende più dalle SERP.
Diventa un punto di riferimento.

Meno quantità, più valore: la pubblicità si sposta verso contenuti premium

Gli inserti pubblicitari non premieranno più in modo uguale ogni tipo di contenuto.
Lo shift che osserviamo nel mercato (e che nei prossimi anni sarà sempre più chiaro) è questo:

  • meno valore per pagine informative generiche

  • più valore per contenuti unici, locali, tempestivi

  • più premiati gli editori con viewability alta e layout puliti

  • più attenzione da parte delle SSP verso inventory reali e brand sicuri

In altre parole:
le pagine viste contano ancora, ma conta molto di più quali pagine viste.

I siti che diventano “brand” saranno avvantaggiati

In un mondo dove molte informazioni vengono sintetizzate, l’identità editoriale diventa un asset reale.

Nei prossimi anni vedremo crescere i siti che:

  • hanno uno stile editoriale riconoscibile

  • hanno firme credibili

  • raccontano ciò che altri non raccontano

  • costruiscono un rapporto diretto con il lettore

  • sono percepiti come affidabili e verificati

Un sito che è solo un sito rischia di essere sostituibile.
Un sito che è un marchio editoriale non lo è.

Come prepararsi fin da ora (senza stravolgere il lavoro)

Non serviranno rivoluzioni.
Serviranno scelte strategiche semplici ma costanti:

  1. puntare su contenuti non riassumibili (locale, persone, foto proprie)

  2. aumentare la qualità e la profondità degli articoli

  3. rafforzare E-E-A-T e la riconoscibilità del sito

  4. presidiare i canali diretti: Facebook locale, Instagram, WhatsApp

  5. fidelizzare gli utenti (newsletter, push, community)

  6. ottimizzare il rendimento pubblicitario

  7. monitorare l’impatto dell’IA, ma senza panico

  8. fare meno contenuti “generici” e più contenuti “unici”

Ogni scelta che aumenta unicità, contesto, voce e presenza sul territorio rende il sito più forte.

Il biennio 2026–2027 non sarà un periodo di declino per l’editoria digitale.
Sarà un periodo di selezione naturale positiva:
i contenuti generici perderanno centralità, mentre i contenuti che solo un editore può produrre — locali, originali, umani — diventeranno ancora più richiesti.

L’IA prende spazio, sì, ma non quello dell’editoria autentica.
L’IA riassume, collega, spiega.
L’editore racconta, osserva, testimonia, verifica.

E per questo motivo il ruolo degli editori — soprattutto locali — continuerà a essere fondamentale.

L’editoria cambia, ma il valore degli editori non è mai stato così centrale

L’arrivo di AI Overview e AI Mode sta trasformando la ricerca.
È un cambiamento reale, ma non è una minaccia insormontabile: è una transizione.
E come ogni transizione, premia chi sa adattarsi senza perdere la propria identità.

Se c’è un messaggio da portare a casa dopo questo percorso, è questo:

Google potrà sintetizzare informazioni, ma non potrà mai sostituire l’esperienza, la presenza sul territorio, la voce e l’autorevolezza degli editori.

I contenuti generici potranno essere riassunti.
Quelli autentici, locali, originali, tempestivi — no.

E proprio per questo il ruolo dell’editore rimane fondamentale:
l’utente continua ad aver bisogno di chi verifica, racconta, spiega, interpreta.
Di chi è presente dove accadono i fatti.
Di chi produce contenuti che non esistevano prima — e che nessuna IA può inventare o ricostruire da sola.

L’IA non elimina l’editoria: la obbliga a diventare più forte, più umana, più riconoscibile.

I partner giusti in questa transizione

In questo scenario, gli editori non sono soli.
E avere accanto partner specializzati non è un “accessorio”, ma un vantaggio competitivo reale.

1) Webmaster360: la base solida su cui costruire un progetto editoriale moderno

Webmaster360 nasce nella realtà dei siti locali e ne conosce da vicino:

  • i ritmi della cronaca

  • le esigenze dei giornalisti

  • la necessità di pubblicare velocemente

  • l’importanza della stabilità tecnica

  • la gestione dei contenuti multimediali

  • l’equilibrio tra velocità, SEO e qualità

E offre un ecosistema che, in un mondo dominato dall’IA, diventa ancora più centrale:

✓ una piattaforma ottimizzata per SEO moderno (post-AI Overview)

Con architetture pulite, velocità elevate, markup chiari, gestione avanzata dei metadati, strutture perfette per i contenuti non riassumibili.

✓ strumenti per la produzione e gestione di contenuti locali

Pubblicazione veloce, multiredazione, supporto a contenuti visivi, categorizzazioni intuitive.

✓ integrazioni con social, notifiche push, newsletter e canali diretti

Per costruire una community autonoma dal traffico da Google.

✓ automazioni e ottimizzazioni costanti

Dal tagging automatico a funzionalità di distribuzione intelligente dei contenuti.

Webmaster360 non è solo una piattaforma tecnica:
è l’infrastruttura che permette all’editore di fare bene ciò che l’IA non può fare — raccontare il territorio.

2) eADV: la monetizzazione che valorizza i contenuti unici e di qualità

Se Webmaster360 è la base editoriale, eADV è il motore economico che permette al lavoro dell’editore di trasformarsi in valore.

In un mondo dove il traffico “informativo” generico tende a calare, diventa cruciale massimizzare l’efficacia di ogni pageview.
E qui entrano in gioco i punti di forza di eADV:

✓ ottimizzazione dei ricavi su contenuti di alto valore

Gli algoritmi e le SSP selezionate da eADV sono progettati per valorizzare le pagine che l’IA non può sostituire: cronaca locale, breaking news, eventi, contenuti originali.

✓ un network forte e sicuro

Più inventory di qualità significa migliori gare d’asta → migliori CPM → più ricavi stabili.

header bidding avanzato e tuning continuo

Massimizzazione del valore ogni volta che un utente apre una pagina.

✓ supporto costante e analisi dei dati

eADV monitora e segnala cali, anomalie, trend e opportunità, intervenendo prima che un problema diventi critico.

✓ attenzione alla qualità dell’esperienza dell’utente

Perché un utente soddisfatto resta di più, visita più pagine, torna più spesso — e vale molto più di un utore occasionale.

eADV non è una semplice concessionaria:
è un alleato economico che cresce solo se l’editore cresce.

La forza dell’editore sta nelle sue radici: contenuto autentico + partner solidi

Nessuna IA può essere sul posto.
Nessuna IA può raccontare un incendio, un evento, una testimonianza, un’emozione, una giornata, un borgo, una storia vera.
Nessuna IA può creare comunità.

L’editore rimane — e rimarrà — un presidio fondamentale dell’informazione.
Con gli strumenti giusti, può attraversare questa trasformazione con serenità.

Webmaster360 offre la piattaforma.
eADV offre la monetizzazione.
L’editore offre il valore più grande: il contenuto.

È una combinazione che, in questo nuovo ecosistema digitale, non solo resiste, ma può prosperare.

Il futuro non sarà meno editoria.
Sarà un’editoria diversa: più forte, più locale, più autentica.

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